Lettera di uno scrittore ucraino sui crimini contro l'umanità dal blog di Roberto Mastroianni
JURIJ ANDRUCHOVIČ
Cari amici, ma prima di tutto, giornalisti e redattori di testate
straniere, in questi giorni ricevo moltissime domande da parte vostra,
mi si richiede di commentare la situazione a Kiev e in tutta l’Ucraina,
di esprimere un giudizio su quello che sta succedendo e di formulare
qualche previsione, almeno per il futuro prossimo.
Dal momento che non sono fisicamente in grado di scrivere un articolo di
analisi per ogni singolo giornale, ho deciso di preparare questo breve
documento, che ognuno di voi potrà utilizzare come meglio crede. Le cose
importanti, di cui voglio parlare sono queste.
In quattro anni scarsi di governo il regime di Janukovič ha portato
il paese e la società al limite della tolleranza. La cosa peggiore è che
si è chiuso da sé in un vicolo cieco, dove deve mantenere il potere
all’infinito e con ogni mezzo, altrimenti dovrà rispondere del suo
operato in tribunale, incorrendo in pene severissime.
La portata dei furti e dell’arbitrio vanno ben oltre ogni concezione
dell’avidità umana. Questa è l’unica risposta del perché da più di due
mesi il regime spinge per un’escalation “organizzata” della violenza
rivolta contro le proteste pacifiche: gli attacchi dei poliziotti delle
squadre speciali al Majdan si accompagnano a persecuzioni individuali di
attivisti d’opposizione e semplici partecipanti alle azioni di protesta
(tallonamenti, percosse, automobili e case bruciate, incursioni in
appartamenti privati, arresti, infiniti processi penali).
La parola chiave è impaurire. E poiché questa tattica non funziona e
la gente protesta in maniera sempre più massiva, il potere intensifica
la repressione. “La base legislativa” per attuarla è stata creata il 16
gennaio, quando i deputati del Parlamento, completamente sottomessi al
presidente e con ogni tipo di violazioni dell’ordine del giorno, delle
procedure di votazione e, non ultima, della Costituzione, hanno votato
in pochi minuti (!) e per alzata di mano (!) una serie di cambiamenti
legislativi, che introducono nel paese una vera dittatura e lo stato
d’emergenza, senza che quest’ultimo sia stato dichiarato. Per esempio,
io, scrivendo e diffondendo queste righe, sono perseguibile in base a
diversi articoli del codice penale: “diffamazione”, “fomentazione
d’odio” e altri.
In breve, se noi accettiamo queste “leggi”, dobbiamo rassegnarci al
fatto che in Ucraina diventerà vietato tutto ciò, che non è permesso dal
potere. E il potere permette una cosa sola: sottomettersi ad esso.
Rifiutando queste “leggi”, la società ucraina il 19 gennaio è scesa in
massa e per l’ennesima volta in piazza per difendere il proprio futuro.
Oggi i telegiornali mostrano i manifestanti a Kiev con caschi e
maschere molto diverse tra loro, a volte tengono in mano bastoni di
legno. Non credete che siano “eversivi”, “provocatori” o “estremisti di
destra”. Io e i miei amici ora andiamo alle manifestazioni agghindati
così. In questo senso gli “eversivi” siamo io, mia moglie, mia figlia, i
nostri amici. Non abbiamo altra scelta: noi stiamo difendendo la salute
nostra e dei nostri cari. I poliziotti delle squadre speciali ci
sparano addosso, i loro cecchini uccidono i nostri amici. A seconda
delle fonti il numero di manifestanti uccisi soltanto nella zona attorno
del parlamento e soltanto negli ultimi due giorni è di 5 o 7. Il numero
di coloro che sono spariti senza lasciare traccia in tutta Kiev
raggiunge decine di unità. Non possiamo interrompere le proteste, perché
questo significherebbe acconsentire a far diventare la vita nel Paese
un ergastolo.
La generazione dei giovani ucraini, cresciuti e formatisi nel periodo
post-sovietico, rigetta organicamente ogni forma di dittatura. Se la
dittatura vincerà, l’Europa sarà costretta a fare i conti con una Corea
del Nord al suo confine orientale e, secondo stime diversa, con una
quantità di profughi tra i 5 e i 10 milioni.
Non voglio spaventarvi. La nostra è una rivoluzione di giovani. Il
potere combatte la sua guerra non dichiarata prima di tutto contro di
loro. Quando scende il buio, per Kiev si muovono gruppi di “persone in
borghese”, che sequestrano prima di tutto giovani, soprattutto se
portano simboli europiesti o del Majdan. Li rapiscono e li portano nei
boschi, dove li fanno spogliare e li torturano al freddo di gennaio.
Stranamente, vittime di queste arresti sono sempre più spesso giovani
artisti, attori, pittori, poeti. Si ha l’impressione che nel Paese
agiscano degli “squadroni della morte”, il cui scopo è distruggere tutto
ciò che c’è di buono.
Un altro dettaglio importante: le forze di polizia organizzano negli
ospedali imboscate ai manifestanti feriti, li portano via anche da lì
(ripeto, i feriti!), li trasferiscono n luoghi sconosciuti per
interrogarli. È diventato molto pericoloso chiedere aiuto in ospedale
anche per un passante, ferito da una scheggia impazzita di una granata
di plastica della polizia. I dottori alzano le bracciamo e consegnano i
pazienti nelle mani dei cosiddetti “tutori dell’ordine”.
Tiriamo le somme: in Ucraina si stanno verificando senza fine crimini
contro l’umanità, dei quali è responsabili l’attuale potere.
Se in questa situazione ci sono degli estremisti, essi sono i massimi rappresentanti del governo del Paese.
E ora sulle due domande che mi vengono fatte in continuazione: non so
che cosa succederà e non so nemmeno che cosa potete fare per noi.
Potete però diffondere massimamente tra tutti i vostri contatti
questa mia lettera. E inoltre, siate solidali con noi. Pensateci.
Vinceremo in ogni caso, indipendentemente da quanto loro saranno
brutali.
Senza esagerare si può dire che ora la popolazione ucraina sta
difendendo con il proprio sangue l’idea europea di una società libera e
giusta.
Spero davvero che lo apprezziate.
PS: I ragazzi ucraini chiedono di tradurre questa lettera nelle diverse lingue europee e di diffonderla
http://x-oksana.livejournal.com/347286.html
Traduzione di Massimo Maurizio
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