sabato 25 gennaio 2014

Non solo in Ucraina...

Lettera di uno scrittore ucraino sui crimini contro l'umanità dal blog di Roberto Mastroianni

JURIJ ANDRUCHOVIČ

Cari amici, ma prima di tutto, giornalisti e redattori di testate straniere, in questi giorni ricevo moltissime domande da parte vostra, mi si richiede di commentare la situazione a Kiev e in tutta l’Ucraina, di esprimere un giudizio su quello che sta succedendo e di formulare qualche previsione, almeno per il futuro prossimo.
Dal momento che non sono fisicamente in grado di scrivere un articolo di analisi per ogni singolo giornale, ho deciso di preparare questo breve documento, che ognuno di voi potrà utilizzare come meglio crede. Le cose importanti, di cui voglio parlare sono queste.
In quattro anni scarsi di governo il regime di Janukovič ha portato il paese e la società al limite della tolleranza. La cosa peggiore è che si è chiuso da sé in un vicolo cieco, dove deve mantenere il potere all’infinito e con ogni mezzo, altrimenti dovrà rispondere del suo operato in tribunale, incorrendo in pene severissime.
La portata dei furti e dell’arbitrio vanno ben oltre ogni concezione dell’avidità umana. Questa è l’unica risposta del perché da più di due mesi il regime spinge per un’escalation “organizzata” della violenza rivolta contro le proteste pacifiche: gli attacchi dei poliziotti delle squadre speciali al Majdan si accompagnano a persecuzioni individuali di attivisti d’opposizione e semplici partecipanti alle azioni di protesta (tallonamenti, percosse, automobili e case bruciate, incursioni in appartamenti privati, arresti, infiniti processi penali).
La parola chiave è impaurire. E poiché questa tattica non funziona e la gente protesta in maniera sempre più massiva, il potere intensifica la repressione. “La base legislativa” per attuarla è stata creata il 16 gennaio, quando i deputati del Parlamento, completamente sottomessi al presidente e con ogni tipo di violazioni dell’ordine del giorno, delle procedure di votazione e, non ultima, della Costituzione, hanno votato in pochi minuti (!) e per alzata di mano (!) una serie di cambiamenti legislativi, che introducono nel paese una vera dittatura e lo stato d’emergenza, senza che quest’ultimo sia stato dichiarato. Per esempio, io, scrivendo e diffondendo queste righe, sono perseguibile in base a diversi articoli del codice penale: “diffamazione”, “fomentazione d’odio” e altri.
In breve, se noi accettiamo queste “leggi”, dobbiamo rassegnarci al fatto che in Ucraina diventerà vietato tutto ciò, che non è permesso dal potere. E il potere permette una cosa sola: sottomettersi ad esso. Rifiutando queste “leggi”, la società ucraina il 19 gennaio è scesa in massa e per l’ennesima volta in piazza per difendere il proprio futuro.
Oggi i telegiornali mostrano i manifestanti a Kiev con caschi e maschere molto diverse tra loro, a volte tengono in mano bastoni di legno. Non credete che siano “eversivi”, “provocatori” o “estremisti di destra”. Io e i miei amici ora andiamo alle manifestazioni agghindati così. In questo senso gli “eversivi” siamo io, mia moglie, mia figlia, i nostri amici. Non abbiamo altra scelta: noi stiamo difendendo la salute nostra e dei nostri cari. I poliziotti delle squadre speciali ci sparano addosso, i loro cecchini uccidono i nostri amici. A seconda delle fonti il numero di manifestanti uccisi soltanto nella zona attorno del parlamento e soltanto negli ultimi due giorni è di 5 o 7. Il numero di coloro che sono spariti senza lasciare traccia in tutta Kiev raggiunge decine di unità. Non possiamo interrompere le proteste, perché questo significherebbe acconsentire a far diventare la vita nel Paese un ergastolo.
La generazione dei giovani ucraini, cresciuti e formatisi nel periodo post-sovietico, rigetta organicamente ogni forma di dittatura. Se la dittatura vincerà, l’Europa sarà costretta a fare i conti con una Corea del Nord al suo confine orientale e, secondo stime diversa, con una quantità di profughi tra i 5 e i 10 milioni.
Non voglio spaventarvi. La nostra è una rivoluzione di giovani. Il potere combatte la sua guerra non dichiarata prima di tutto contro di loro. Quando scende il buio, per Kiev si muovono gruppi di “persone in borghese”, che sequestrano prima di tutto giovani, soprattutto se portano simboli europiesti o del Majdan. Li rapiscono e li portano nei boschi, dove li fanno spogliare e li torturano al freddo di gennaio.
Stranamente, vittime di queste arresti sono sempre più spesso giovani artisti, attori, pittori, poeti. Si ha l’impressione che nel Paese agiscano degli “squadroni della morte”, il cui scopo è distruggere tutto ciò che c’è di buono.
Un altro dettaglio importante: le forze di polizia organizzano negli ospedali imboscate ai manifestanti feriti, li portano via anche da lì (ripeto, i feriti!), li trasferiscono n luoghi sconosciuti per interrogarli. È diventato molto pericoloso chiedere aiuto in ospedale anche per un passante, ferito da una scheggia impazzita di una granata di plastica della polizia. I dottori alzano le bracciamo e consegnano i pazienti nelle mani dei cosiddetti “tutori dell’ordine”.
Tiriamo le somme: in Ucraina si stanno verificando senza fine crimini contro l’umanità, dei quali è responsabili l’attuale potere.
Se in questa situazione ci sono degli estremisti, essi sono i massimi rappresentanti del governo del Paese.
E ora sulle due domande che mi vengono fatte in continuazione: non so che cosa succederà e non so nemmeno che cosa potete fare per noi.
Potete però diffondere massimamente tra tutti i vostri contatti questa mia lettera. E inoltre, siate solidali con noi. Pensateci. Vinceremo in ogni caso, indipendentemente da quanto loro saranno brutali.
Senza esagerare si può dire che ora la popolazione ucraina sta difendendo con il proprio sangue l’idea europea di una società libera e giusta.
Spero davvero che lo apprezziate.
PS: I ragazzi ucraini chiedono di tradurre questa lettera nelle diverse lingue europee e di diffonderla

http://x-oksana.livejournal.com/347286.html 

Traduzione di Massimo Maurizio

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